Novembre 1964, arrivó come un fulmine a cielo sereno e accese le passioni più inconfessabili nei patiti di automobili con alte prestazioni. 

Il giorno dopo l’apertura del Salone dell’auto di Torino i quotidiani già definivano “mostro” o “bomba” il nuovo incredibile modello.

L’abarth OT1600, si presentava come un’ardita estremizazzione del concetto di utilitaria elaborata. Sulla scocca della Fiat 850 opportunamente irrobustita, montava un bialbero a doppia accensione della veloce Berlinetta da corsa 1600GT che Carlo Abarth stava mettendo appunto in quel periodo. La potenza dichiarata era di 154cv, quasi quattro volte superiore a quella della normale fiat850.

La velocità massima superava addirittura di 20km/h il limite psicologico dei 200km/h , oltre il quale all’epoca si entrava nell’impero delle auto da sogno. 

Carburatori Weber da 45, il design riceve una forte caratterizzazione, esaltata dai larghi passaruota ed enormi pneumatici Dunlop da corsa. Viene anche creato un grande spoiler posteriore per schiacciare la coda al suolo.

Accanto alla vettura Abarth espose il motore, un altro pezzo da paura, facendo pensare ai visitatori che la “bomba” fosse una delle solite trovate di Carlo Abarth per attirare l’attenzione nel suo marchio.

In effetti il risultato pubblicitario fu eccezionale, per un po’ gli appassionati non parlarono d’altro.

Ma quando si seppe che la “bomba” stava eseguendo un’intensa serie di prove nei dintorni di Torino e sull’autostrada per Milano, si capì che Carlo Abarth non aveva affatto scherzato.

Nella sua mente voleva costruire l’arma per affrontare Alfa Romeo, Ford, Bmw, Lancia e Mercedes per la vittoria assoluta nel Campionato Europeo Turismo. 

Purtroppo a riportarlo con i piedi per terra ci volle la prudenza di Gianni agnelli. All’epoca decise l’avvocato di fermare lo sviluppo del progetto ritenendo che una vettura del genere sarebbe stata troppo pericolosa in mani inesperte. 

Molto probabilmente invece fu giudicato troppo oneroso contribuire al programma per la costruzione in serie del numero di esemplari necessari per l’omologazione della vettura nella categoria Turismo, oltre il fatto che il prezzo sarebbe stato due volte superiore ad una Porsche 911 dell’epoca.

Abarth non avrebbe mai raggiunto un simile obbiettivo da solo, così accantonó la “bomba” dopo aver costruito pochi esemplari tra cui uno in possesso dell’avvocato.

Il progetto Fiat-Abarth OT 1600 viene chiuso dopo un manipolo di esemplari.

Ma Carlo Abarth non si arrese, Decidendo così nel 1965 di esagerare ancora di più, installando un motore due litri, creando la mostruosa Fiat-Abarth OT 2000 duemila con 185 cavalli per 240 km/h e poco più di 700kg a secco, prima con il telaio della 850 e poi anche in versione coupé. 

Fu presentata in occasione della prima Mostra delle Vetture da Competizione che si svolse a Torino dal 26 febbraio al 28 marzo 1966. La “bomba” coupè Fu esposta con una spettacolare scritta sul parabrezza che annunciava la velocità massima di 240km/h .

I responsabili dell’Abarth presenti alla mostra torinese, spiegarono che la OT2000 era l’ultima dei “mostri”.

Evidenziando un certo compiacimento per la definizione coniata dalla stampa, ironizzando divertiti sul termine “mostri” definendoli le logiche creature dei “maghi” e lasciarono intuire che la vettura era stata concepita con lo scopo principale di stupire e di creare interesse. 

Nella realtà furono costruirti solo pochissimi esemplari destinati a scopi promozionali o a qualche cliente di riguardo. Oggi un esemplare si trova in Spagna è uno e in Germania. 

   


 

Scritto da: Miky.Pomarico

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