Nonostante la prima serie modello FIAT fosse sul mercato ormai da 4 anni e si avviasse a fine produzione, in quell’anno la FIAT introdusse comunque un’ulteriore versione: la 125 TC Abarth. Mossa da un bialbero a carburatore doppio corpo di 1995 cm³ da 125 CV a 6000 giri, la versione curata dalla Abarth aveva una carrozzeria (solo 3 porte) molto sportiva basata sulla 105 TC, con in più cerchi in lega specifici di produzione Pirelli con gomme P6 da 185/60-R14, strip adesiva laterale Abarth 2000, alettone posteriore in gomma alla base del lunotto, terminale marmitta cromato, sedili sportivi e volante racing.

Immancabili ovviamente le targhette con il marchio dello scorpione. Inoltre la ruota di scorta, troppo larga per restare nel vano motore, fu spostata nel bagagliaio e “imbustata” in un’apposita custodia in finta pelle. Oltre al potente motore, questa versione era dotata di un robusto cambio sportivo prodotto dalla tedesca ZF, freni anteriori a dischi autoventilanti con servofreno maggiorato, e tutta una serie di modifiche all’assetto che includevano diversi fuselli anteriori marcati Abarth che conferivano una diversa geometria all’avantreno. La Ritmo 125 Abarth, con i suoi 190 km/h e uno 0-100 in meno di 9 secondi, destò molto interesse presso la stampa italiana ed estera: famoso all’epoca un servizio pubblicato su Gente Motori in cui il pilota di rally Attilio Bettega si cimentava in un’improbabile gara di accelerazione contro un caccia Fiat G-91 delle Frecce Tricolori. La Ritmo, nelle sue versioni più sportive, è stata anche impiegata nei rally dalla fine degli anni ’70; Attilio Bettega partecipó al Rally di Montecarlo nel 1980 alla guida della Ritmo 75, concludendo in sesta posizione e registrando il miglior tempo sulla prova del Col de Turini.

A fine 1982 venne presentata la seconda serie della Fiat Ritmo: nuova la fanaleria anteriore con doppi proiettori circolari, mascherina a lamelle e indicatori di direzione spostati agli angoli del frontale. Completamente rivista anche la fanaleria posteriore, di dimensioni più generose. Questi aggiornamenti vengono adottati anche dalla sportivetta della gamma, la Ritmo 105 TC. La Ritmo125 TC Abarth, uscì di produzione sostituita dalla più potente “130” (nel 1983) che portava in dote i nuovi aggiornamenti stilistici. Esteticamente solo la presenza del marchio Abarth, ruote più larghe e i deflettori consentivano di distinguere i due modelli. La Fiat Ritmo 130 TC Abarth guadagnava non solo 5 CV, ottenuti con l’adozione di un carburatore a doppio corpo, ma anche una serie di migliorie che ne miglioravano il comportamento su strada: sospensioni ritarate e una ricalibrazione dell’impianto frenante che prevedeva i dischi anteriori autoventilati. Tuttavia su alcuni mercati venne ancora commercializzata la Ritmo 125 TC Abarth con le modifiche estetiche della 130. Decisamente profonde le modifiche apportate alla Abarth: il motore guadagnava l’accensione elettronica digitale MarelliDigiplex e l’alimentazione mediante due carburatori doppio corpo orizzontali da 40. Il risultato erano 130 CV a 5800 giri (200 in meno della precedente 125 TC), che abbinati al peso minore e al cambio con il finale leggermente allungato la rendevano capace di uno spettacolare (per l’epoca) tempo di 8 secondi netti da 0 a 100 km/h. La Ritmo 130 ebbe un successo strepitoso presso gli appassionati grazie alle prestazioni (e alla “cattiveria” con cui erano espresse), ulteriormente alimentato dai successi sportivi che la vettura colse nelle gare in pista e su strada, dominando per anni i principali campionati europei di Gr. N. In generale la “cura Abarth” includeva molti particolari mirati a una facile preparazione agonistica della vettura: ad esempio la stessa adozione, apparentemente anacronistica, dei doppi carburatori, serviva in realtà ad avere già omologato un collettore di aspirazione a quattro farfalle da accoppiare all’iniezione meccanica Kugelfischer (un must delle competizioni di quell’epoca).

 


 

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